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Pensilina TPL

Pensilina TPL

La pensilina degli autobus in Corso Pestalozzi ha suscitato, qualche tempo prima dell'inaugurazione, una nutrita serie di polemiche apparse su numerosi quotidiani ticinesi, con una coda infinita nella rubrica "I lettori che scrivono" del Corriere del Ticino. Le feroci critiche si basavano solamente sulle delle supposizioni di come sarebbe stato il risultato finale, immaginato dai critici di turno, in base unicamente all'andamento giornaliero del cantiere, in quanto pochi conoscevano il progetto definitivo.
A lavoro ultimati, davanti a questo "brutto anatroccolo" molti si sono ricreduti ed altri hanno taciuto.
Costruire "il sito" è una cosa complessa, specialmente se l'intervento va a modificare situazioni già ben radicate nella memoria collettiva. L'accesa discussione nata attorno a questa costruzione, anche se inconsciamente mimetizzata sotto la questione dello stile, è stata principalmente legata al rifiuto della modifica del luogo, con l'inserimento nello spazio "radicato" di un corpo estraneo.
La pensilina è costruita con una struttura in acciaio che poggia su quattro coppie di pilastri arretrati di parecchi metri dagli estremi del quadrilungo. Il grande sbalzo che ne scaturisce contribuisce ad evidenziare la leggerezza dell'intero manufatto. La carpenteria metallica è completamente ricoperta da pannelli translucidi di policarbonato che lasciano intravedere, a dipendenza della luce, gli elementi strutturali. Di notte poi, la luce modifica il colore dei pannelli, e segna, come una sorta di grande calendario, le stagioni.
Nella sua semplicità la pensilina in Corso Pestalozzi è un progetto importante, pochi elementi, ben calibrati, ben proporzionati, forse uno dei miglior lavori di Botta in città.


IMMAGINI DELL'OPERA


«L'architettura è l'arte di sprecar spazio. » Philip Johnson